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III Rivoluzione Industriale

Jeremy Rifkin , presidente della Foundation on Economic Trends (Washington DC), è stato presente in videoconferenza all’IDC Innovation Forum di Milano, del 14 marzo 2010. Il tema della sua comunicazione è stato “La terza rivoluzione industriale”: secondo l’economista americano l’epoca dei combustibili fossili è finita, gli Stati si devono riorganizzare per affrontare un mutamento epocale che ha sullo sfondo la salvezza del pianeta dalla minaccia del riscaldamento globale.

I cambiamenti epocali, sostiene l’economista, sono stati generati dalla convergenza tra l’utilizzo di nuove fonti energetiche e nuovi regimi di comunicazione. La prima rivoluzione industriale è stata generata dall’incontro tra il motore a vapore e la stampa di Gutenberg. Dalla fine ‘800 l’incontro tra carburanti e reti di comunicazione (elettricità, radio, tv) ha dato origine alla seconda. 

La terza rivoluzione industriale sarà possibile dalla riconfigurazione delle reti elettriche e l’integrazione con le reti globali di comunicazione (web).Sarà possibile produrre in modo decentrato l’energia da fonti rinnovabili e condividerla attraverso un sistema di reti intelligenti. 
La visione di Rifkin è epocale, ma non velleitaria: ciascuno di noi è un potenziale produttore di energia (case, uffici, aziende piccole e grandi, persino veicoli). Questa energia è trasformabile in idrogeno, è stoccabile e trasferibile attraverso un sistema di reti intelligenti. Lo facciamo già con l’informazione, attraverso i nostri desktop, che hanno generato una potenza di calcolo superiore a qualsiasi grande mainframe; allo stesso modo milioni di produttori locali saranno in grado di generare una quantità di energia superiore a quella di qualsiasi grande centrale esistente. Un sistema distribuito è più efficiente di qualsiasi sistema centralizzato che usi carbone, petrolio, gas o nucleare.
La sfida è possibile, la minaccia è certa: entro il 2020 l’economia basata sui carburanti fossili è destinata a sparire, le fonti a esaurirsi, i prezzi a salire senza sosta, l’impatto sull’ambiente ad aggravarsi.
Chi coglierà per primo le opportunità derivanti dalla terza rivoluzione avrà un vantaggio straordinario, e secondo Rifkin l’Europa è ben posizionata: ha già individuato due dei tre pilastri alla base della nuova era:

  • L’impulso alla produzione di energie rinnovabili: solare, eolico, geotermico, cinetica (maree e moto ondoso), biomasse;

  • L’individuazione di mezzi per lo stoccaggio delle stesse, per trasformare una produzione a carattere discreto in una risorsa stabile e disponibile

Questi due pilastri vanno attivati contestualmente. Il problema dello stoccaggio ha una soluzione accettabile e “pulita” nell’idrogeno, questo infatti è un possibile catalizzatore dell’energia, ampiamente disponile, relativamente efficiente con scarti di lavorazione inoffensivi: acqua e calore.

Il ciclo è semplice, l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, attraverso l’elettrolisi, trasforma l’acqua in ossigeno e idrogeno.  

La Commissione Europea, qui è il centro della riflessione di Rifkin, ha colto queste tendenze e ha lanciato a ottobre 2007 una grande partnership pubblico-privato per accelerare l’ingresso dei 27 Paesi nell’economia dell’idrogeno, con l’obiettivo primario di produrlo attraverso fonti rinnovabili.

Per completare i componenti della strategia, il terzo pilastro, Rifkin segnala la necessità di riconfigurare le reti di distribuzione dell’energia europee in un’unica rete intelligente. Servono tre componenti:

  • Minireti locali – case, condomini e imprese possono produrre localmente energia e usarla in proprio. Sistemi di misurazione intelligente consentiranno di vendere l’energia prodotta in eccesso o acquistarne in caso di bisogno, in una logica bidirezionale

  • L’installazione di componenti e sensori intelligenti – in rete e negli apparati distribuiti (cucine, scaldabagni, lavatrici, computer, illuminazione, etc) sono i dispositivi elettronici che consentiranno di strutturare un sistema autoregolantesi, che cede energia abbondante o ne richiede in caso di bisogno.

  • Il terzo passaggio è la definizione di un unico grande sistema interconnesso, che inglobi anche segnali dall’ambiente esterno, consentendo di regolare il flusso di elettricità in base alle condizioni del tempo. In caso di penuria (siccità, maltempo), può segnalarla agli utenti proponendo una riduzione del servizio (lavaggi notturni, aumento di 1° della temperatura dei condizionatori), collegando la riduzione al prezzo. Ciò consentirebbe la creazione di una “borsa dell’energia” distribuita, ciascuno può decidere di comprare o vendere in base al prezzo. Lo stesso sistema (mercato) si trasferisce a livello Paese, industriale e continentale.

Le giovani generazioni, abituate a un mondo non gerarchico e interconnesso, potranno sfruttare appieno queste potenzialità. L’Europa, secondo Rifkin, ha di fronte l’opportunità di guidare la terza rivoluzione industriale. E’ una visione la cui realizzazione comporta alcuni passaggi cruciali, e di questo ha bisogno l’Europa per procedere sulla strada aperta da Lisbona.
Esso fu scoperto dal fisico Becquerel nel 1839. Ma si dovette attendere il 1905 quando Albert Einstein pubblicò la spiegazione teorica dell'effetto fotoelettrico (di cui l'effetto fotovoltaico è una particolare categoria) per poterne capire il meccanismo su cui si basa. Per tale scoperta Einstein fu insignito del premio Nobel per la Fisica.


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